24 aprile 2010

GREEN HILL 2001 SRL

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Green Hill 2001 Srl‎
Via San Zeno
25018 Montichiari BS
tel. 030 962061‎
Categoria: Zootecnia


E' attiva già da alcuni anni ma in pochi ne hanno sentito parlare, della Greenhill 2001 Srl.

Non si conoscono i nomi dei finanziatori nè tantomeno i nomi delle destinazioni finali per i cani allevati al suo interno. Cani nati e cresciuti sotto stretto controllo medico, in climi asettici, per avere le caratteristiche utili ad essere venduti ai vivisettori che operano nelle università, negli ospedali, e con molta probabilità anche nelle zone militari.

Greenhill, si dice, è stata acquistata da Marshall Farms Inc., ovvero un impero finanziario costruito sulla pelle degli animali.

La sede di Marshall Farm Group Ltd è a North Rose, nello stato di New York, e la sua storia parte nel 1939, come allevamento di animali da pelliccia di Gilman e Ina Marshall, che già allora rifornivano i laboratori di sperimentazione. Attualmente è il più grande allevamento di furetti degli USA. Gli esemplari si possono vedere anche in molti negozi di animali negli Stati Uniti, nel Canada e addirittura in Giappone.
I furetti provenienti da Marshall Farm hanno due piccoli punti tatuati nell'orecchio destro. Un punto significa che sono stati castrati, due punti significa che anche le ghiandole anali sono state rimosse.
Molte critiche all'allevamento arrivano dai proprietari di furetti deceduti a causa di malattie o problemi congeniti, probabilmente per le manipolazioni genetiche subite, l'abitudine di separare troppo presto i cuccioli dalle madri per inviarli nei negozi di animali, e la sterilizzazione in età troppo giovane.

Nel 1993 viene fondata anche Marshall Pet Products, che si potrebbe definire "la facciata del benessere animale" della corporation, in cui viene commerciata una larga serie di prodotti come cibi, giocattoli e attrezzature per furetti e conigli, visibili sul sito web : http://www.marshallpet.com/

La faccia più oscura invece, e probabilmente la più remunerativa in termini di guadagni,
oggi si chiama Marshall BioResources, e pubblicizza tranquillamente sul sito http://www.marshallbio.com la sua capacità di fornire servizi per la ricerca biomedica, con tanto di certificazioni federali e foto degli animali allevati allo scopo, che infatti costituiscono il primo servizio in assoluto. Maiali di piccolissime dimensioni per essere meglio maneggiati, razze da ciia, furetti, e beagles con marchio registrato Marshall vengono proposti come esseri selezionati per essere gentili e accondiscendenti. Non manca l'informazione sul fatto che i beagle sono allevati anche in Italia in Cina. Un ufficio vendite a Lione per facilitare gli acquisti in Europa, Svizzera e Israele, una fabbrica di cani in Italia (la Greenhill) ed ecco come è facile speculare sulla pelle degli inermi.

A fine 2002 Greenhill sale alla ribalta della cronaca per uno strano fatto: da una fabbrica simile e tristemente conosciuta, la famosa Morini di San Polo d'Enza, spariscono 129 beagle.
Gli investigatori seguono piste diverse, da quella animalista di Animal Liberation Front - che però non convince per le caratteristiche dell'azione - fino a quella che riguarda gli affari tra concorrenti. E un possibile concorrente della Morini è infatti la Greenhill 2001 Srl, che in base a una legge regionale molto permissiva può tranquillamente fabbricare cani in territorio lombardo, mentre Morini è ostacolata da una legge regionale dell'Emilia Romagna che nega il permesso a queste pratiche.

Veramente chiamarla concorrenza è un eufemismo, comunque saranno fatti loro! Quello che balza agli occhi è l'estrema segretezza in cui è ripiombata Greenhill , che continua a produrre cani - cioè a farli produrre sfruttando fattrici - con la mira di diventare un polo di rifornimento per i vivisettori europei.

Chi è Greenhill?
Chi paga?
Chi ci lavora?
Chi compra gli animali?

Se questa è un'azienda seria e onesta, che lavora osservando la legge, che ha ottenuto dei permessi istituzionali per lavorare, che paga le tasse, non si capisce per quale motivo sia così difficile avere informazioni sul suo conto, a meno di non lavorare come investigatore privato.
Già nel 2002 il basso profilo di Greenhill compariva in un articolo del bravo e compianto Emilio Nessi :



20 settembre 2002 - Corriere della Sera :

Dopo la scoperta di un traffico in Emilia, parla il titolare di una società bresciana autorizzata a commercializzare gli animali
Allevatore di beagle: «Ci accusano di essere crudeli ma gli esperimenti sono necessari»
In Lombardia la legge permette di vendere cani per la sperimentazione In Emilia Romagna è vietato L' Enpa contesta: «Dobbiamo riconoscere a questi animali il diritto alla vita ovunque»

MONTICHIARI (Brescia)- Nel grande allevamento fra i boschi, dietro i colli di Montichiari, ci sono 575 piccoli beagle. Cuccioli scodinzolanti di razza, in attesa di un' oscura destinazione finale. Sono cagnolini destinati a test di laboratorio, a manipolazioni crudeli, in nome della ricerca scientifica ma anche per le sperimentazioni dell' industria cosmetica. Si tratta di uno fra più grossi allevamenti «concentrazionari» del genere. Finalizzato allo scopo, con tutte le carte di legge in regola. Uno scopo tornato in discussione, dopo un controllo delle Forestale su cani beagle ceduti da un allevamento emiliano privo di autorizzazione, a una ditta di Pomezia, la Rtc, che ha dovuto restituirli.

Ma quali affari si celano dietro questo commercio che avviene in sordina? «Non voglio essere "battezzato" come una Crudelia Demond della Lombardia ma sono convinto che la sperimentazione sugli animali sia necessaria». Questo il senso del discorso, dopo numerosi no-comment, dell' amministratore delegato della «Green Hill 2001 s.r.l». di Montichiari.
Ed è inutile chiedergli i nomi delle ditte fornitrici del giro, in Italia e all' Estero, i prezzi all' ingrosso o al dettaglio di questo crudele mercato, i guadagni.

L' allevamento comunque è autorizzato ad operare in conformità al decreto legislativo 116/92 con la specifica definizione di «stabilimento di allevamento». Un capannone nel verde, circondato da una rete metallica, chiusa da un pesante cancello comandato elettricamente. Dentro fra abbai e schiamazzi fino ai primi di agosto c' erano ben 575 beagle. Come abbiamo detto questa ditta possiede tutte le autorizzazioni necessarie. A differenza, invece, della «Morini» di San Polo d' Enza. Quest' ultima, contravvenendo alla legge della Regione Emilia, che vieta l' allevamento e la cessione sul suo territorio di cani e gatti a scopo di sperimentazione, aveva venduto al complesso multinazionale RTC (Research Toxiicology Centre s.p.a.) di Pomezia 78 beagle.
Scoperto l' illecito il direttore della ditta romana,Stefano Villa, nell' impossibilità di continuare i test tossicologici sugli animali ha ammesso di doversi rivolgersi a un centro in Lombardia, in possesso dei requisiti di legge. Come appunto la «Green Hill» di Montichiari. «Non siamo stati ancora contattati - risponde l' amministratore - e non so se saremo in grado di far fronte alla richiesta». In merito al traffico di cani Paolo Manzi, presidente dell Ente Nazionale Protezioni Animali, auspica l' estensione della legge regionale dell' Emilia su tutto il territorio nazionale: «Dobbiamo riconoscere a questi animali il diritto alla vita ovunque - aggiunge - sia che siano nati in Emilia, in Toscana o altrove ». Emilio Nessi


Sono passati diversi anni ma Greenhill non è cambiata.
Forse sono cambiati gli animalisti, diventati più esigenti, più attenti, meno tolleranti verso l'assenza di risposte a domande come
Chi è Greenhill?
Chi paga?
Chi ci lavora?
Chi compra gli animali?


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